Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la giornata della Terra, un’occasione in cui porre maggiore attenzione verso l’ambiente per la salvaguardia del pianeta. Onorare il pianeta che ci ospita è la tematica che dall’aprile del 1970, con la pubblicazione del libro manifesto ambientalista, “Primavera silenziosa” di Rachel Carson, si replica ogni anno. L’esaurimento delle risorse naturali, petrolio, carbone, gas naturali, l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi e la perdita costante di biodiversità sono tutti effetti negativi causati dall’uomo nei confronti della terra. La giornata della terra si basa sul principio secondo cui tutti hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.
In questa circostanza si insiste nella ricerca di soluzioni di contrasto mettendo in luce quello che si può attuare. Soluzioni che prevedono l’implementazione del riciclo dei materiali in tutti gli ambiti, la diminuzione della produzione di residui tossici, la conservazione di risorse naturali proponendo alternative green, il divieto di utilizzo di sostanze nocive e la cessazione di deforestazione, strategie indispensabili per garantire lo sviluppo sostenibile per il presente e per le generazioni che seguiranno. Tutte le edizioni hanno l’intento di dare una spinta determinante alle iniziative ambientali coinvolgendo più persone possibili per un impegno comune atto alla tutela dell’ambiente e al cambiamento climatico. Il tema di questa edizione sarà Pianeta vs Plastica ponendo degli obiettivi che portino alla riduzione del 60% della produzione attuale di plastica entro il 2040. Una sfida che fa leva su 3 elementi principali: rendere noti gli effetti nocivi della microplastica sull’essere umano, puntare sulla diminuzione della plastica monouso, trovare soluzioni innovative e politiche per riuscire ad ottenere delle valide alternative.
In tutto questo il cibo e la sua produzione che ruolo ha? Anche le scelte alimentari influiscono molto sul pianeta, basti pensare alla deforestazione, all’erosione del suolo, l’inquinamento, lo sfruttamento delle risorse che alcuni prodotti causano. Il sistema agro-alimentare, ovvero tutto l’insieme di attività e di rapporti che intercorrono dalla creazione fino al consumo di un prodotto, rappresenta una forte minaccia per il pianeta. Purtroppo, un quarto delle emissioni globali di gas effetto serra è riconducibile alla produzione di cibo. A capo ci sono gli allevamenti intensivi di animali che oltre ad essere responsabili dell’immissione del più grande quantitativo di gas metano nell’aria necessitano molte risorse in termini sia alimentari sia di spazio. Restando nel tema proposto quest’anno, la plastica che si usa in ambito alimentare, impatta ed è responsabile di molto dell’inquinamento sia dell’atmosfera che del suolo che degli oceani, basti pensare al potenziale rischio di assimilazione di microplastica ogni qualvolta viene consumata una specie ittica. Ormai è certo che l’ingestione di microplastica fa parte della catena alimentare umana e, oltre ai pesci infatti, anche l’acqua del rubinetto, quella in bottiglia e il consumo di frutta e verdure insieme a molti altri prodotti, possono essere contaminati e occasioni per ingerirla inconsapevolmente. A fronte di tutto ciò è per forza necessario un cambiamento sia da parte delle istituzioni per imporre il disuso di plastica, sia delle aziende alimentari a passare ad un packaging più sostenibile, sia da parte dei cittadini nel cercare di limitarne l’uso nella vita quotidiana. Insomma, le possibilità sono diverse e queste giornate diventano l’occasione per aumentare la consapevolezza e velocizzarne la messa a frutto.