Food Policy


Bergamo, riconoscendo l’importanza del cibo e delle tematiche ad esso connesse quale motore per la costruzione di una città più sostenibile, ha deciso di impegnarsi per rendere il suo sistema alimentare più giusto, equo, inclusivo e sostenibile, dotandosi di una propria Food Policy, la strategia che orienterà le politiche cittadine negli anni a venire.

Un pò di storia


Sull’onda dell’imminente Expo 2015 dedicato al tema dell’alimentazione buona, sana, sufficiente, sostenibile e accessibile per tutti, nel 2014 Bergamo decide di declinare i valori contenuti nella Carta di Milano in “Nutrire Bergamo”, una iniziativa volta a sistematizzare tutti quei progetti avviati o in fase di avvio, e dedicati ai temi dell’agricoltura sostenibile, della valorizzazione della filiera agroalimentare locale, della relazione tra produzione agricola e tutela del paesaggio. Tra di essi si annoverano le esperienze dei GAS e dei mercati agricoli, l’annessione del P.L.I.S. Agricolo Ecologico Madonna dei Campi al Parco dei Colli, il recupero dei terreni agricoli della Valle d’Astino e la sottoscrizione della Carta etica da parte dei diversi coltivatori coinvolti, il lavoro sul biologico e sull’agricoltura di qualità avviato da numerose realtà produttive, ma  anche la cooperazione sociale agricola con l’inserimento di soggetti svantaggiati, l’attività di ricerca dell’Università di Bergamo, i numerosi orti urbani sorti in città, le prime esperienze di lotta allo spreco alimentare e di educazione ad un’alimentazione sana e sostenibile, e molto altro ancora. Questa iniziativa trova terreno fertile a Bergamo anche grazie al lavoro di ricerca avviato alcuni anni prima dall’Università di Bergamo e in particolare dall’Osservatorio CORES (Consumi, reti e pratiche di economie sostenibili) sulle molteplici iniziative spontanee e delle filiere alimentari alternative emergenti in città. Con “Nutrire Bergamo”, la città inizia così ad immaginare un disegno comune delle diverse esperienze e iniziative legate al tema dell’alimentazione sostenibile su scala urbana, riconoscendo nella produzione e nel consumo di cibo un ruolo centrale nella costruzione di città più inclusive, giuste, sane e sostenibili.

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Da Expo 2015 in avanti, man mano che i lavori procedono, i processi si rafforzano, le relazioni si consolidano e le occasioni per aiutare a far rete i diversi attori del cibo si moltiplicano. Nel 2015, su iniziativa del Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, viene costituito il Tavolo Agricoltura, uno spazio di confronto tra Amministrazione e rappresentanze di settore, Università, Parco dei Colli, Orto Botanico, e altri attori del panorama agroalimentare locale su come favorire lo sviluppo dell’agricoltura nell’area urbana e periurbana.

Negli anni successivi, il Tavolo Agricoltura si impegna nell’organizzazione di eventi comuni alle diverse realtà, promuovendo la proliferazione di numerosi mercati agricoli in diversi quartieri della città per avvicinare i cittadini ai produttori di cibo locale e di qualità. Nel 2015 nasce il Progetto Forme. Esso nasce con l’obiettivo di promuovere e mettere in risalto il settore caseario orobico, già punto di riferimento in virtù dei suoi importanti riconoscimenti. Bergamo vanta infatti il primato Europeo per DOP casearie: ben 9 delle 49 DOP nazionali sono prodotte sul territorio della provincia, oltre alle tante rinomate produzioni e 4 Presìdi Slow Food. La contestuale manifestazione è palcoscenico di iniziative, mostre-mercato, laboratori e incontri con appuntamenti dedicati esclusivamente agli addetti ai lavori, ma anche tante attività aperte al pubblico nella spettacolare cornice di Città Alta e al polo fieristico.


Bergamo e il G7


Nel 2017, proprio su proposta del Sindaco Gori, si svolge il G7 Agricoltura a Bergamo, alla presenza dell’allora Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e dei rispettivi ministri di Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. Il summit rappresenta un momento internazionale di grande rilievo per confrontarsi sulle azioni e sulle responsabilità da esercitare in campo agricolo e alimentare per guidare la transizione verso sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente. Nel 2017 prende  il via anche il festival AgriCultura e Diritto al Cibo, l’appuntamento annuale che, con le sue numerose iniziative e conferenze diffuse, affronta i temi dell’agricoltura sostenibile e dell’alimentazione di qualità. Tra le iniziative, anche il “Mercato dei Mercati”, una piazza di scambio  dedicata ai produttori della filiera corta locale e che vede per la prima volta tutte le organizzazioni di produttori collaborare assieme per la sua realizzazione.

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BergamoGreen


Nel 2017 nasce il progetto Bergamo Green, grazie alla collaborazione tra il Bio-distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo, il Dipartimento di scienze Aziendali, Economiche e Metodi Quantitativi (gruppo di ricerca universitario CORES) dell’Università degli Studi di Bergamo, il Tavolo Agricoltura e l’Orto Botanico Lorenzo Rota, e grazie al contributo di Regione Lombardia, nell’ambito del progetto “Bergamo Hub urbano dell’agricoltura biodiversa”. Il portale Bergamo Green nasce con l’intento di mappare e di dare visibilità, attraverso una cartografia interattiva, alle realtà bergamasche di produzione, distribuzione e consumo di prodotti sostenibili, locali, biologici, a filiera corta, ecc. In questo modo vuole essere uno strumento utile a cittadini e turisti interessati al cibo buono, pulito e giusto, e ai produttori, ristoratori e negozianti che con la propria attività vogliono partecipare alla transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili.

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East Lombardy


Nel 2017 Bergamo, insieme alle città di Brescia, Cremona e Mantova, danno vita alla rete East Lombardy, il brand territoriale della regione gastronomica della Lombardia Orientale nominata Regione Europea della Gastronomia 2017. Il progetto promuove la collaborazione tra enogastronomia, cultura e turismo. Unendosi, queste città si promuovono come unica grande destinazione turistica, puntando sul connubio tra patrimonio artistico e naturalistico e la grande tradizione eno-gastronomica, senza però perdere di vista la singole identità, le peculiarità che caratterizzano i territori e l’attenzione alla sostenibilità. Sul sito di East Lombardy è possibile trovare produttori e ristoratori che si fanno garanti della cultura di un cibo sano, sostenibile, che rispetta la biodiversità locale, oltre a novità e curiosità sulla gastronomia, e le occasioni di incontro con la tradizione, con il territorio e con il sapore. 249 ristoranti, 287 produttori, 182 esperienze, 91 piatti e prodotti tipici: sono questi i numeri di una rete sempre più grande che promuove nuove collaborazioni tra chef e produttori, eventi tematici in calendario, corsi di formazione per operatori, circolazione e scambio di informazioni, attività di comunicazione e promozione, proposte turistiche volte alla promozione dei prodotti.


Città creativa UNESCO


Nel 2019, dopo il riconoscimento della sua imponente cinta muraria quale Patrimonio Unesco nel 2017, la città è entrata a far parte della Rete delle Città Creative Unesco per la Gastronomia. Bergamo e le Valli Orobiche possono vantare secoli di storia legata al pastoralismo e alla produzione casearia. Bergamo e la sua provincia possono oggi sfoggiare la certificazione  di 9 prodotti caseari con il marchio D.O.P., il più alto numero a livello europeo: Bitto, Formai de Mut dell’Alta Val Brembana, Grana Padano, Gorgonzola, Taleggio, Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo, Strachitunt, Salva Cremasco. Questi prodotti rappresentano un’eccellenza di cui andare fieri, nonché un esempio concreto dello spirito e della cultura locale che ha permesso alla stessa città di Bergamo di avere l’onore di essere scelta per ospitare, per la prima volta in Italia, la 32ª edizione dei prestigiosi World Cheese Awards. Unesco ha inteso valorizzare non solo l’eccellenza in ambito caseario, ma anche riconoscere l’impegno e la creatività di Bergamo e del suo territorio nell’intera filiera agro-alimentare, dalla produzione, trasformazione, conservazione, fino alla tavola del consumatore. È un riconoscimento anche della capacità bergamasca di mettere a frutto i saperi tradizionali per valorizzarli e fare innovazione che poi si trasforma in valore economico.


Il patto tra Sindaci


Nel 2019, il Sindaco Giorgio Gori firma l’adesione al Milan Urban Food Policy Pact, il primo patto tra sindaci sulle politiche alimentari urbane, consentendo a Bergamo di affermare il proprio impegno rispetto al tema delle Food Policy, consolidando il processo di confronto costruttivo con le altre città firmatarie. L’intento principale del Milan Urban Food Policy Pact è quello di dare vita a una rete di città impegnate a realizzare politiche alimentari sostenibili, promuovendo la cooperazione tra città e lo scambio di buone pratiche.

A giugno 2021 il Comune di Bergamo e Fondazione Cariplo hanno così siglato un accordo pluriennale per condividere lo sviluppo della Food Policy di Bergamo per il biennio 2021-2023.Tale Protocollo d’Intesa mira a promuovere e implementare una strategia generale sul cibo per la città di Bergamo, diversamente detta Food Policy di Bergamo. In linea generale, l’obiettivo consiste nel creare un sistema integrato di indirizzi politico-istituzionali e di progetti capaci di assicurare alla popolazione del territorio di Bergamo una qualità crescente nella produzione, nella distribuzione, nel consumo e nello smaltimento di generi alimentari da un punto di vista della salubrità, dell’equità di accesso, dell’impatto sull’ambiente e della redistribuzione del valore economico prodotto.

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Food Trails


L’impegno del Comune di Bergamo ha ottenuto ulteriore impulso con l’adesione al progetto europeo Food Trails Building pathways towards FOOD 2030-led food policies, un progetto quadriennale finalizzato a favorire l’innovazione in campo alimentare e sostenere lo sviluppo di politiche alimentari urbane. L’obiettivo generale del progetto è quello di individuare eventuali ostacoli amministrativi alla replicabilità e trasferibilità di tali politiche, fornendo alle autorità locali soluzioni basate sull’evidenza per lo sviluppo di sistemi alimentari urbani sostenibili.

Gli obiettivi specifici del progetto pilota, denominato La Buona Mensa, mira a promuovere un’alimentazione consapevole ed equilibrata, agevolando il passaggio a regimi alimentari sani e sostenibili ispirati al concetto di “One Health”. Il progetto coinvolgerà gli alunni delle scuole primarie, genitori e insegnanti in una serie di attività volte a formare, sensibilizzare ed educare a un consumo responsabile di cibo sano, sicuro, culturalmente appropriato, sostenibile, prodotto e distribuito nel rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Inoltre, il progetto intende favorire la creazione di un ambiente alimentare scolastico che agevoli la transizione a regimi alimentari sani e sostenibili. Perno centrale di questo obiettivo è la rielaborazione dei menù della mensa in un’ottica di sostenibilità ambientale e nutrizionale, caratterizzati da una minor presenza di proteine animali, specialmente la carne rossa, a favore di quelle vegetali, privilegiando un approvvigionamento a km zero e da filiere corte. Un altro aspetto cruciale riguarda l’individuazione e la diffusione di prassi e buone pratiche per la riduzione degli sprechi e dei rifiuti alimentari. Per il primo anno, hanno aderito al progetto oltre 50 classi per un totale di oltre 1000 alunni e 30 docenti.