I ceci sono una di quelle risorse a cui, almeno fino ai tempi recenti, non sono mai stati riconosciuti i dovuti meriti. Alimento versatile e iconico di innumerevoli cucine, oggi rappresenta uno dei baluardi della sostenibilità e della sicurezza alimentare. È arrivato il momento di dare ai ceci quel che è dei ceci, celebrandone sapore, storia e benefici per noi e per l’ambiente.
Zuppa di ceci, falafel di ceci, vellutata di ceci, pasta e ceci, hummus di ceci, insalata di ceci. Questi piccoli amici leguminosi sono perfetti per tutti gli accostamenti e per tutte le stagioni. Lessati, saltati, stufati, tritati, cotti al vapore e perfino tostati e fritti, i ceci sono un alimento davvero versatile e custode di un patrimonio gastronomico e culturale davvero inestimabile.
I ceci nella storia
Possiamo innanzitutto dire che i ceci come li conosciamo noi oggi (Cicer arietinum) vedono i loro natali già nel 7000 a.C., in Anatolia, regione corrispondente all’attuale Turchia. Facili da coltivare, ricchi di nutrienti, ben presto vengono esportati in tutta la regione mediterranea e, a distanza di qualche millennio, approdano in India, principale produttore moderno.
Nel corso del tempo, poi, i ceci hanno subito fortune alterne, assumendo talvolta curiose funzioni. Dall’utilizzo rituale presso gli Antichi, all’utilizzo come arma strategica durante le rivolte duecentesche dei Vespri Siciliani (si racconta che i siciliani, per individuare i francesi invasori che si camuffavano fra i popolani, mostrassero loro dei ceci e chiedessero di pronunciarne il nome, così che venissero traditi dalla loro pronuncia francese), fino ancora all’utilizzo come soluzione fai-da-te nell’ambito della manutenzione navale (essi servivano a sostituire i chiodi saltati dallo scafo, poiché una volta a contatto con l’acqua i ceci si ingrossavano chiudendo le falle).
Tralasciando tuttavia la straordinaria capacità adattiva dei ceci e concentrandoci più specificamente sull’oggi, non si può non sottolineare che nell’ultimo ventennio si è assistiti a un aumento esponenziale di domanda e offerta di ceci, proprio per le loro eccezionali caratteristiche dal punto di vista nutrizionale e ambientale.
Ceci e salute
I benefici nutrizionali dei ceci sono numerosissimi; ricchi di fibre e proteine, vitamine e minerali, hanno pochissimi grassi e aiutano anche a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e glicemia, rivelandosi così alleati preziosi per una dieta sana ed equilibrata.
Senza dimenticare che proprio per il loro elevato contenuto nutrizionale, i legumi possono contribuire in modo significativo ad affrontare questioni globali che ci interessano anche direttamente, quali fame, malnutrizione, ma anche anemia e obesità.
I ceci, inoltre, sono naturalmente privi di glutine, rendendosi quindi perfetti per l’alimentazione delle persone affette da intolleranze o sensibilità al glutine.
Ultimo ma non ultimo, è bene sapere che in epoca antica, oltre che essere utilizzati per evitare naufragi, era credenza consolidata che i ceci fossero cibo dalle virtù afrodisiache.
Ceci e ambiente
Ma i benefici non finiscono certo qui.
La produzione dei ceci consente di impiegare un quantitativo limitato di risorse naturali mentre, al contempo, rende la produzione alimentare più sostenibile.
Basti pensare che produrre un chilo di ceci richiede un consumo inferiore a 400 litri di acqua (200 litri/100g di proteine), contro i quasi 1.800 litri per un kg di carne di suino (1.110 litri/100g di proteine), gli oltre 2.700 litri per un kg di quella rossa (1.375 litri/100g di proteine) e i 5.600 litri per un kg di formaggio (2.539 litri/100g di proteine). La ridotta impronta idrica rende la produzione di legumi una scelta intelligente nelle zone aride e nelle regioni soggette a siccità, come l’Italia. Anche dal punto di vista dell’impronta di carbonio e del consumo di suolo, i ceci, come tutti i legumi, vincono la sfida di sostenibilità su carne e derivati.
Ma se da un lato hanno bisogno relativamente di poco per crescere, dall’altro contribuiscono attivamente a migliorare la qualità del suolo. I ceci, come tutte le leguminose, sono infatti noti per la loro capacità di fissare l’azoto atmosferico, rendendo i terreni più fertili e riducendo la necessità di utilizzare fertilizzanti industriali e le emissioni di gas serra che ne derivano.
In Europa, dove il consumo di fertilizzanti è relativamente alto rispetto agli standard internazionali, alternare legumi alla coltura di cereali permetterebbe di evitare l’utilizzo di 88 Kg di azoto per ettaro. Oltre a contribuire alla riduzione dell’erosione del suolo e tenere sotto controllo infestazioni e malattie.
Migliorando la qualità dei terreni, i ceci promuovono la biodiversità, oltre a costituire già da sé un’importante fonte di biodiversità per via della loro grande variabilità genetica. Bianchi, neri, rossi; di Orco Feligno, pergentino, di Capitignano, di Navelli, della Murgia Carsica, di Cassano, di Teano, sono solo alcune delle innumerevoli varietà che fanno parte della grande specie dei ceci. Ciò concede loro un grande potenziale per l’adattamento climatico, consentendo di selezionare le varietà più adeguate alle più svariate condizioni climatiche.
Food Policy di Bergamo: i ceci nel piatto
Un’alimentazione sana e sostenibile è il primo passo per garantire ai nostri bambini e al Pianeta il benessere che meritano. Nell’ambito del progetto H2020 Food Trails, la Food Policy di Bergamo, in collaborazione con la ditta di ristorazione scolastica SerCar e un nutrito gruppo di esperti di cucina vegetale e nutrizione infantile, ha avviato una serie di iniziative per l’introduzione di un maggior numero di piatti a base di ceci nei menù delle scuole di Bergamo.
L’obiettivo cardine consiste nel migliorare gli stili alimentari dei bambini e, allo stesso tempo, agire sui sistemi alimentari per migliorare quel che viene prodotto, come viene prodotto. Affinché si tratti di un percorso di significato, questo lavoro vedrà il coinvolgimento anche delle commissioni mensa, degli alunni, degli insegnanti e delle famiglie, allo scopo di progettare le ricette, per consentire ai nostri bambini di mangiare bene, senza dimenticare il gusto e le antiche tradizioni mediterranee.
Buoni ceci a noi, buoni ceci a tutti.
- Mekonnen, M.M. & Hoekstra, A.Y., The green, blue and grey water footprint of crops and derived crop products, Hydrology and Earth System Sciences, 2011, 15(5)
- FAO, Case study on the chickpea value chain in the Republic of India, 2018, Roma (questo è interessante anche se riferito all’India, credo sia generalizzabile)
- FAO, Livestock’s long shadow, 2006, Roma
- Wallace TC, Murray R, Zelman KM., The Nutritional Value and Health Benefits of Chickpeas and Hummus, Nutrients, 2016, Nov 29;8(12):766
- AA.VV., The INCREASE project: Intelligent Collections of Food-Legume Genetic Resources for European Agrofood Systems, 2021, The Plant Journal
- Harvard T.H. Chain – School of Public Health, Chickpeas (Garbanzo Beans), https://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/food-features/chickpeas-garbanzo-beans/
- Coldiretti – Campagna Amica, Cece, il legume che ingannava il diavolo, 2019, https://www.campagnamica.it/il-cibo-giusto/prepara-il-tuo-orto/cece-legume-diavolo/#:~:text=I%20ceci%20sono%20stati%20una,risalenti%20all’et%C3%A0%20del%20bronzo.