Tradizionalmente considerate la “carne dei poveri”, le lenticchie hanno una storia ricchissima, sono talismano di prosperità e ingrediente economico, versatili in cucina e ricche di proprietà nutritive. Scopriamole insieme!
Nel libro della Genesi si racconta che Esaù, figlio di Isacco, rientrando a casa dopo una faticosa battuta di caccia, vide suo fratello Giacobbe con una invitante minestra di lenticchie tra le mani. Il suo profumo solleticò a tal punto l’appetito di Esaù, che questi non riuscì a resistere dal barattare addirittura i suoi diritti di primogenito in cambio di un succulento piatto di lenticchie. Fin dall’antichità, dunque, le lenticchie erano un alimento molto apprezzato; oggi, per via dei loro benefici su salute e ambiente, assumono un ruolo centrale per il loro contributo alla nutrizione e alla sostenibilità alimentare.
L’antica storia delle lenticchie
Le lenticchie sono tra i primissimi legumi a essere consumati e coltivati dall’uomo. Secondo le testimonianze archeologiche, il consumo di questo legume risalirebbe addirittura al 11.000 a.C. nella Mezzaluna Fertile. Di lì a poco le lenticchie si sono rapidamente diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, conquistando tavole e palati di Greci e Romani, per poi essere esportate, e apprezzate, in ogni angolo del mondo.
Già in epoca antica i pregi delle lenticchie non passavano inosservati, tanto che il commediografo greco Aristofane definì la zuppa di lenticchie come “la più pregiata delle prelibatezze”.
Oppure Plinio il Vecchio che, nella sua Naturalis Historia, ne celebra le virtù nutrizionali, oltre alla loro capacità di infondere la tranquillità d’animo in chi le mangi.
Lenticchie porta fortuna (e molto altro)
In tempi più recenti si è consolidata la credenza secondo cui le lenticchie simboleggiano la prosperità e il denaro. La cultura contadina infatti associava il denaro e la ricchezza alle lenticchie per via della loro forma circolare e piatta, molto simile a quella delle monete, e per l’elevato numero a parità di peso rispetto agli altri legumi. Inoltre, dettaglio non da poco in epoca antica, le lenticchie, grazie all’elevato contenuto di fibre, consentivano di saziare a lungo con poco.
Oggi, in Italia, è tradizione consolidata mangiare lenticchie a Capodanno dopo lo scoccare della mezzanotte, abitudine considerata di buon auspicio, augurio di ricchezza e prosperità per l’anno nuovo.
Lenticchie per la salute…
L’alto valore nutritivo delle lenticchie le rendono tuttavia un alimento da consumare regolarmente tutto l’anno, più volte a settimana. Esse rappresentano infatti una vera miniera di proteine, fibre, ferro, magnesio, potassio e altre sostanze antiossidanti: l’opzione ideale, quindi, per un pasto completo, salutare e a basso costo.
Una precisazione è però necessaria: le lenticchie, come tutti i legumi, sono carenti in due degli otto aminoacidi essenziali: metionina e cisteina, di cui sono però ricchi i cereali. Pertanto la combinazione tra cereali e legumi è perfetta poiché permette di ottenere un profilo amminoacidico completo.
Et voilà, ecco un piatto vegetale che, sotto il profilo nutrizionale, non ha nulla da invidiare alla bistecca.
… e per l’ambiente
Ottime per la nostra salute, ma anche per l’ambiente: le lenticchie, infatti, per crescere necessitano di un quantitativo di risorse naturali molto minore rispetto ad altre tipologie di alimenti, rendendole una scelta particolarmente intelligente nelle zone più povere o impraticabili.
Basti pensare all’impronta idrica: per produrre un grammo di proteine di lenticchie sono necessari 19 litri di acqua. Di contro, per produrre un grammo di proteine di carne rossa ne servono 112, quasi sei volte tanto. Dato da non sottovalutare, soprattutto in aree che scontano periodi di scarsità idrica come l’Italia.
C’è di più: se da un canto hanno bisogno di poco per crescere, dall’altro rendono i terreni più ricchi e fertili, in virtù della loro capacità di fissare l’azoto atmosferico nel terreno. Ciò rende le lenticchie particolarmente importanti anche all’interno dei processi di rotazione delle colture, promuovendo la biodiversità.
Un patrimonio da proteggere
Oggi esistono moltissime varietà di lenticchie, che si differenziano per colore, sapore e provenienza.
L’Italia, con i suoi circa 1.000 ettari di terreno destinati alla coltivazione di questi legumi, vanta alcune varietà di enorme pregio, tra cui le famose Lenticchie di Castelluccio di Norcia (Umbria) e di Altamura (Puglia), entrambe fregiate della certificazione I.G.P.; ma anche le Lenticchie di Rascino (Lazio), di Santo Stefano di Sessanio (Abruzzo), di Villalba e delle colline ennesi (Sicilia), alle quali è stata riconosciuta la tutela del Presidio Slow Food.
Via libera, dunque, alle lenticchie di ogni tipo, forma e colore; mangiate come secondo, in umido, in insalata o come polpette; da provare anche come sugo per la pasta, in un risotto o sul pane.
La versalitilità delle lenticchie è tutta da scoprire, provare per credere.